Triangolo sudamericano


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Argentina, Bolivia e Cile - ottobre 2005

Un viaggio si ricorda spesso per alcune immagini forti, di quelle che ti si stampano negli occhi e nel cervello e che si ripresentano ogni volta ricominci a pensare o parlare di questi luoghi. In questo caso l'immagine che ho nella mente è quella della grandiosità della natura che si prova nel Salar de Uyuni, questo enorme deserto di un bianco abbacinante e che ti lascia senza fiato... già senza fiato non solo perchè si è a 3700 metri ma soprattutto perchè non credevi che un tale spettacolo potesse esistere.

E' sempre difficile per me raccontare un viaggio, si rischia di scadere nella didascalità, nel raccontare un divenire di luoghi, paesi, città più simile ad un depliant di viaggi o di un onnipresente "diario di viaggio". No, non voglio raccontare di quante città ho visitato, di quante dogane ho attraversato ecc..  mi va invece di raccontare di come mi sia sentito "a casa" in questo sudamerica povero, indio, in vista delle solite elezioni piene di promesse e comunque forse senza una reale speranza di cambiamento.

Dei tre paesi visitati sicuramente la Bolivia è quella che ha lasciato le emozioni più forti....come restare indifferente di fronte a queste "quebradas" piene di colori, a queste lagune dai colori improponibili e fantastici, da questi lama onnipresenti e testimoni di un flusso di jeep lanciate su sentieri che definire strade è sicuramente esagerato.

Sicuramente consiglio ai lettori di visitare questi luoghi, ti fanno scoprire infatti una cultura spesso ai margini del mondo ma che ha piena dignità di esistere. Certo si torna un po' arrabbiati per come il mondo sfrutti le ricchezze di questi paesi lasciano ai locali forse meno delle briciole ma voglio anche pensare che il riscatto stia già avvenendo. Troppe volte questi popoli hanno subito la spoliazione altrui,....lo hanno fatto a volte ribellandosi ma sovente in silenzio, il silenzio degli ultimi del continente americano.

Io finisco qui il racconto, forse è passato troppo tempo da quando ho viaggiato a quando ho pensato di stendere queste poche righe. Ho forse il ricordo di questo popolo, che non ama farsi fotografare ed al quale va offerto rispetto. Insomma tutto mi spinge a lasciare a tutti voi di trarre le personali considerazioni guardando le poche foto che inserirò.

A tutti i navigatori, buon viaggio